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Accessibilità Digitale: non è solo un obbligo, è rispetto per l’intelligenza dei tuoi utenti

Quando parliamo di accessibilità digitale, non ci stiamo occupando solo di leggi o normative da rispettare per evitare multe. Stiamo parlando di dignità. Di inclusione vera. Significa progettare i tuoi contenuti online – che sia un sito, un’app o un servizio – in modo che chiunque, con qualsiasi abilità o disabilità, possa accedervi in maniera significativa e paritaria.

Ma come facciamo a sapere se un sito è accessibile?


Accessibilità: ma come si misura davvero?

L’accessibilità non è un concetto vago. Si può testare, valutare e migliorare. Come? Attraverso controlli specifici che si basano su standard internazionali, in primis le WCAG – Web Content Accessibility Guidelines, oggi arrivate alla versione 2.2.

Non esiste una sola modalità di test: ci sono strumenti automatici, analisi manuali, test con tecnologie assistive come screen reader, e controlli diretti sulla struttura del codice HTML. Si chiama audit di accessibilità, e non è una cosa che si fa una volta sola per mettersi a posto: va rifatto ciclicamente, ogni volta che il sito evolve.


Le WCAG: lo standard di riferimento

Le WCAG, sviluppate dal W3C, sono lo standard di riferimento a livello mondiale. Dividono l’accessibilità in tre livelli di conformità:

  • A (livello minimo)

  • AA (raccomandato e richiesto dalla normativa europea)

  • AAA (livello avanzato)

Per ottenere il livello AA, ad esempio, devi soddisfare anche tutti i criteri del livello A. Nella versione 2.2 ci sono 87 criteri di successo in totale.

Se non vuoi addentrarti subito nei dettagli tecnici (che sono tanti), ti consiglio di partire da quattro principi fondamentali, noti come POUR. Sono la bussola per chi vuole progettare contenuti digitali realmente accessibili.


📐 POUR: i 4 pilastri dell’accessibilità

1. Percepibile

Chiunque deve poter percepire le informazioni, anche se ha una disabilità visiva, uditiva o cognitiva.
✔️ Testo alternativo per le immagini
✔️ Sottotitoli per i video
✔️ Colore non usato come unico veicolo di significato
✔️ Contrasto sufficiente tra testo e sfondo

Domanda da farsi:
Se una persona non può vedere, sentire o leggere in modo convenzionale… riuscirebbe comunque a comprendere quello che sto comunicando?


2. Operabile

Il sito dev’essere usabile anche senza mouse, anche solo con una tastiera o un lettore vocale.
✔️ Navigazione da tastiera senza trappole
✔️ Tempo sufficiente per completare un modulo
✔️ Comandi chiari, ordinati e ben evidenziati

Domanda da farsi:
Un utente con difficoltà motorie riesce a interagire con il mio sito senza frustrazione?


3. Comprensibile

Il contenuto deve essere chiaro. Le interfacce devono comportarsi in modo prevedibile.
✔️ Linguaggio semplice
✔️ Messaggi di errore comprensibili
✔️ Navigazione coerente e logica

Domanda da farsi:
Sto parlando come uno sviluppatore… o come una persona che vuole essere capita?


4. Robusto

Il sito deve funzionare su tutti i dispositivi, browser e tecnologie assistive, oggi e domani.
✔️ Compatibilità con screen reader
✔️ Test su dispositivi mobili, orientamento verticale/orizzontale
✔️ HTML e ARIA tag corretti

Domanda da farsi:
Il mio sito continuerà a funzionare anche quando cambieranno i device, i sistemi operativi, o le tecnologie assistive?


🛠 Strumenti per iniziare (subito)

Se vuoi capire a che punto sei, ti consiglio di partire con:

  • WAVE (estensione Chrome/Firefox) – evidenzia problemi visivi

  • Lighthouse (già in Chrome) – ti dà un punteggio e suggerimenti

  • axe DevTools – per chi vuole andare più in profondità

E soprattutto… usa il sito solo con la tastiera per 10 minuti. Se ti arrabbi, immagina cosa prova ogni giorno una persona con disabilità.


Perché è urgente?

L’European Accessibility Act entrerà in vigore il 28 giugno 2025, e sarà obbligatorio per tutte le aziende, enti e organizzazioni che offrono servizi digitali.
Non basta essere “bravi con i siti”. Serve essere conformi.
E no, non è gratis: l’adeguamento di un sito non progettato per l’accessibilità può costare tempo, fatica e soldi. Ma è un investimento che ha senso non solo per evitare sanzioni, ma per aprirti a milioni di potenziali utenti in più.


L’accessibilità non è un optional. È un modo di essere professionisti veri nel mondo digitale.
Non si tratta di “mettere una pezza” per rispettare una legge, ma di progettare con intelligenza, empatia e lungimiranza. Perché chi costruisce ponti digitali inclusivi, costruisce anche reputazione, autorevolezza e fiducia.

Se vuoi approfondire il tema, fare un audit del tuo sito o scoprire quanto sei lontano dalla conformità WCAG, scrivici. E parliamone.